Isola di Panarea

Con gli isolotti di Basiluzzo, Dattilo e Lisca Bianca (3,4 km² - circa 240 abitanti). Nome antico: Evonymus 

L'isola di Panarea anticamente era chiamata Euonymos, testualmente quella che sta a sinistra, ovvero alla sinistra dei naviganti che da Lipari si dirigevano in Sicilia. Il nome Panarea, deriva da Panaraia ( tutta sconnessa ), è l'isola più piccola dell'Arcipelago delle Eolie. Quella che esiste oggi e' solo una piccola parte di quella che anticamente esisteva, in quanto una parte di essa è sprofondata in seguito ad un'eruzione vulcanica, che ha formato una serie di isolotti ( Basiluzzo, Dattilo, Bottaro, Lisca bianca, Lisca nera, i Panarelli e le Formiche ) staccati tra di loro, ma uniti sotto la profondità del mare. Essa fu abitata sin dal III millennio a.C., probabilmente grazie alla sua posizione particolarmente felice e alla natura verdeggiante. Presso la punta di Capo Milazzese ( antico porto a Sud-Ovest dell'isola ) è stato riportato alla luce un villaggio preistorico dell'età del bronzo. Fù abitata stabilmente fino al periodo romano. Dal V al VI sec. d.C., la pirateria arabo-turca impedì lo sviluppo dell'isola che rimase quasi disabitata. Vi tornarono per primi alcuni contadini liparoti per coltivarne la terra, ed attorno alla fine del '600, gli abitanti stabili che erano circa un centinaio. L'isola è oggi divenuta meta di un turismo di buon livello e durante i mesi estivi arrivano imbarcazioni di notevole stazza e bellezza. Famosa per essere l'isola del "divertimento", meta soprattutto di un turismo in cerca di un clima romantico e mondano. Molto caratteristiche sono le stradine, senza illuminazione, percorribili solo a piedi o con la moto-ape utilizzata per il trasporto dei bagagli o come originale taxi e negli ultimi si stanno diffondendo tricicli e moto elettriche.